È pronta! Semplicissima, facile da fare e dai colori perfetti.

Ho raccolto un po' di foglie dove capitava, mentre cartografavo campi e giardini pubblici.

Le ho messe un po' di giorni a seccare con un peso sopra e poi con il nastro adesivo di carta (vediamo quanto durerà :-)) le ho attaccate ad un cerchio fatto con il fil di ferro e ricoperto dalla carta di una busta....

...ed ecco che la ghirlanda autunnale è pronta!

Ora devo solo appenderla alla finestra :-).

... che per ora sono diventati due.

Stavo trascinando la mia bicicletta per Carzano. Controllavo e se c'era bisogno aggiornavo la carta di corsa orientamento. Il mio club sta facendo corsi per bambini ed io quando c'è bisogno do una mano controllando in anticipo le carte che verranno usate.

Carzano lo avevo già cartografato l'autunno ed inverno passato e questa casa la conoscevo già. Piena di piante e fiori, geranei giganti alti più di me, vasi bellissimi di edera appesi alle finestre e sulle balaustre dei poggioli e cascate di sedum in vasi all'entrata. Ogni volta che passavo mi fermavo ad ammirarla. Sì, mi piacciono i fiori colorati ma adoro anche le cascate di verde "semplice" ad adornare gli angoli più difficili.

Ebbene svolto l'angolo ed ero pronta alla sublime visione quando vedo una donnina lì in mezzo a sistemare vasi e piante. Mi fermo, le faccio i complimenti per le piante e le chiedo se ha bisogno di aiuto.

Una chiacchiera sulle piante tira l'altra e mi regala un vaso di geranei che aveva riprodotto in primavera.

"No, no, grazie" le dico io. Le faccio notare che ero in bicicletta e le spiego il lavoro che dovevo fare e che un geranio grande in un vaso non potevo proprio portarmelo dietro.

Mi ha chiesto dove abitassi e poi "eeeeee, allora che problema c'è? Te lo metto in una busta e lo lascio qui fuori, quando hai finito il lavoro passi, prendi la busta e l'appendi al manubrio che tanto per tornare a casa hai tutta discesa :-)!"

È andata così :-). Per ora stanno in terrazza dato che le temperature ancora sono alte ma poi dovrò trovare il modo di farle sopravvivere all'inverno.

...sono arrivati! Bellissimi come sempre.

Il fine settimana appena passato abbiamo partecipato ad una due giorni di gare nella specialità orientamento in mountainbike (MTBO). Sabato il Campionato Italiano sulla media distanza (middle) a Borgo Valsugana e domenica la finale di Coppa Italia sulla lunga distanza (long) in Val di Sella.

Tanta pioggia il sabato e i giorni precedenti ed il campionato italiano è stato una storia di fango e terra ovunque, all'arrivo avevo la coda di capelli "imbalsamata" dal fango ed il viso stile impacco con i fanghi, nessuna foto che lo documenti però al ristoro mi hanno detto che con quei fanghi magari potevo ringiovanire di 20 anni...magari...anzi no che rivivere gli ultimi 20 anni a chi gli va :-).

Domenica la pioggia ci ha regalato una pausa e in Val di Sella il classico spettacolo di colori autunnali ci ha affascinato.

Io ho vinto il primo giorno, sono arrivata seconda il secondo giorno (dopo quattro cadute ed un errore di sei minuti) e vinto la due giorni...

...il mio bello ha vinto il primo giorno, il secondo e quindi la classifica totale dei due giorni :-)...

...e dal momento che premiavano la prima tappa, la seconda tappa e la due giorni (somma dei tempi)...

...abbiamo fatto incetta di premi :-).

Non guardate me :-)! Ma guardate cosa ho "in braccio", un pezzo unico! Una creazione in terra rossa de "la sfilata di modelle", di Roberta Barettoni.

Domenica appena passata si gareggiava in provincia di Sondrio per i campionati italiani sprint e sprint staffetta. Per vari motivi abbiamo deciso di non andare ed avendo io ed il mio bello un fine settimana "libero" abbiamo deciso di fare un viaggetto corto e siamo arrivati a Nove in Veneto, ed indovinate cosa? Abbiamo partecipato ad una gara di corsa orientamento, tanto pe' cambia' direte voi :-)!

Nove è la città della ceramica e parte dei premi erano creazioni di artisti del posto.

Io sono stata la più veloce del mio percorso ed in premio ho ricevuto questa deliziosa "scultura".

È proprio carina e la verità è che quel cappello potrei metterlo senza problemi:-).

Ora la mia unica preoccupazione è di urtarla e farla cadere. Speriamo bene!

È il terzo giorno di fila che piove. Senza interruzione, giorno e notte.

La Brenta è gonfia ed io dopo aver aspettato senza successo che la pioggia si interrompesse ho deciso e sono uscita! 

I topinambur sono in fiore. Che spettacolo!!

Ho corso giusto mezz'ora, lenta, non mollo, anche se poi magari non è la cosa giusta da fare, chissà. La caviglia destra ancora non sta bene, il fianco ed il gluteo sinistro, la parte dietro della coscia sinistra, il ginocchio sinistro vabbé lasciamo stare, sono ancora in sofferenza. Ho fatto radiografia, ecografia, sono stata dal dottore e dall'osteopata ma non trovano niente. Andrò dall'ortopedico e farò una risonanza magnetica, speriamo si veda qualcosa.

Insomma dicevo stufa della pioggia sono andata a fare un po' di movimento e ho goduto dello spettacolo dei topinambur in fiore. Sono al lato della ciclabile, lungo la Brenta, ci passi vicino vicino e non puoi non fermarti a fotografarli.

In realtà ero uscita senza cellulare, trooooooppppo belli mi dicevo mentre correvo, ed una volta tornata a casa ho preso la bicicletta, il cellulare e sono riandata, giusto per delle foto...perché meritavano proprio di essere fotografati :-)!

Non mi hanno soddisfatta! E mi dispiace.

Tantissimi fiori colorati, per carità non mi posso lamentare, ma io volevo le cascate di fiori e di cascate non ce ne sono state. La foto sotto è di oggi ed ormai non credo cresceranno più di quello che sono cresciute. Dove sono le cascate???

Li abbiamo messi a maggio e avevo riposto grande speranza in questi fiori ma vabbé è andata così. Certo hanno resistito a settimane di continua pioggia e agli attacchi degli afidi ma non sono cresciuti come avevo sperato. Il prossimo anno non li ricomprerò. 

Anzi, in quelle fioriere sto pensando di mettere l'edera. Guardate la fioriera nel poggiolino al piano di sopra. In quella ho messo l'edera che avevo riprodotto partendo da una pianta. Ormai sta imbrunendo ma in primavera ed estate è stata gonfia e di un verde bellissimo.

Ora, la differenza tra la fioriera sul poggiolino e quelle sulla terrazza è che quest'ultime stanno sotto il sole dalla mattina alla sera senza un attimo di pausa di ombra e in estate credo possa essere estenuante per l'edera, ma ci voglio provare. Se non andrà proverò con altro. Staremo a vedere :-).

Queste quattro fette sono la testimonianza della bontà di questa torta rustica.

Preparata la sera il mio bello ne ha mangiata direttamente più della metà. Ho salvato le ultime quattro fette per poter fare la foto il giorno dopo con la luce :-).

Per l'impasto uso sempre le stesse quantità (per tortiera di 24 cm), però ormai mischio farine diverse e questa volta è andata così

150 gr farina grano tenero

50 gr farina integrale

100 gr burro

50 gr acqua

sale a piacere

per il ripieno

500 gr spinaci (io ho usato quelli surgelati)

150 gr ricotta

40 gr parmigiano

60 gr formaggio fatto a cubetti

3 uova

2/3 cucchiai di latte

sale e pepe (quanto basta)

ho cotto gli spinaci

li ho strizzati per farli scolare ben bene e li ho messi da parte a raffreddare

in una ciotola ho rotto le uova, ho aggiunto il sale, il pepe, il parmigiano e mescolato

ho aggiunto il formaggio a cubetti e mescolato

ho aggiunto gli spinaci ben strizzati, la ricotta ed i cucchiai di latte

mescolato tutto

ho adagiato il ripieno sopra la pasta stesa nella tortiera

e fatto le striscioline che la rende più carina :-)

cotta in forno esattamente come faccio per quella con zucchine e pancetta et voilà è pronta in 50 minuti!

Si avvicina l'autunno e con il mio bello abbiamo ripreso a cartografare i paesini della bassa Valsugana. Naturalmente parlo della cartografia per la corsa orientamento di cui ormai avete letto più volte qui sul blog :-).

In questi giorni ci siamo dedicati al paesino di Samone. Eccolo tutto qui sotto!

Mettiamo la mia bicicletta in macchina e andiamo su insieme. Scrivo su perché Samone si trova a 700 m slm. 350 metri più in alto di dove siamo noi.

Poi ci separiamo ed ognuno fa il proprio lavoro, la propria parte di carta. Stiamo fuori circa quattro ore. Se finisco prima prendo la bici e scendo a valle altrimenti ci si incontra alla macchina e scendiamo insieme.

Cartografando oltre a scoprire posti nuovi e caratteristici capita che la gente ci fermi per chiedere che diavolo mai stiamo facendo. L'altro giorno una vecchiettina carina carina stava riempendo la cesta con la legna, evidentemente lassù hanno già iniziato a scaldare le case, mi vede e mi chiede se per caso salivo le scale (alcune viuzze del paese sono fatte a scale :-)). Le ho risposto di sì e chiesto se aveva bisogno che le portassi su la cesta piena di legna, ma no, non era quello che voleva. Quello che lei voleva è che le aggiustassi il lampione. Mi aveva visto con carta, penna e telefonino in mano (dove registro le zone cartografate) e pensava fossi un'addetta al controllo dei lampioni. Già da tempo era andata al comune a lamentarsi che quel lampione non funzionava ed ora che le giornate si sarebbero velocemente accorciate c'era bisogno del lampione in ordine e funzionante.

Io nel mio giro in paese avevo visto i tecnici che stavano controllando i lampioni e ho cercato di rassicurarla che probabilmente sarebbero arrivati anche nella sua viuzza. Dopo pochi secondi di conversazione capisco che non sentiva bene o c'era qualcos'altro di strano, perché continuava a dirmi che avrei dovuto aggiustare il lampione e mi raccontava con chi al comune aveva parlato e poi chi le avevano detto di chiamare, nomi e cognomi, e chiedeva se io fossi una di queste persone che aveva contattato perché era importante che quel lampione fosse aggiustato prima dell'arrivo delle giornate buie. Ci ho messo un po' a farle capire che io con i lampioni non c'entravo niente ma alla fine ci sono riuscita.

Proseguo il mio giro. Quando cartografo nei campi fuori ai paesi scopro le chiese di campagna, piccole e suggestive. Sicuramente un tempo punto importante di incontro più di quanto lo siano ora.

Samone è un paese tranquillo, "isolato", situato ai piedi del Monte Cima. Tutto il comune conta solo 547 abitanti.

Circondato da boschi misti di conifere e castagni ci hanno raccontato che non si ricorda un furto da 75 anni. Un altro posto dove potrei nella mia fantasia vivere :-).