Ultimo giorno di questo per me fantastico 2021! Ed ultimo post! Alcuni lettori del mio blog non hanno Instagram per cui ho deciso di chiudere l'anno condividendo le 10 foto più popolari di questo 2021. Ok, 10 più una perché ce ne sono alcune finite a parimerito :-).

Sicuramente non tutte le 11 foto che seguono sono le mie favorite, io ne avrei sicuramente scelte altre, ma questo è stato il risultato dei "like" :-).

Ok, andiamo in ordine ed iniziamo con la più popolare e via via giù fino all'undicesima !

Primo posto, 30 marzo

Io con la muta sulla spiaggia di Port d'Alcudia a Maiorca. Dopo 4 mesi e 10 giorni senza nuotare con questa foto dichiaravo aperta la stagione delle nuotate in acque aperte, avevo nuotato quel pomeriggio 15 minuti e 34 secondi :-)

Secondo posto, 17 marzo

Giorno di riposo dagli allenamenti ed avevamo deciso di fare una camminata in montagna. Si era rivelata un'ammazzata! Tutta la camminata è stata su rocce, pietre e sassi! Seduta lì sulla cima pensavo ad un'unica cosa "come cavolo faccio ora a scendere!"

Terzo posto, 24 marzo

Un semplice cartello durante una delle nostre camminate. Il GR 222 è un percorso a tappe che inizia dalla città di Artà ed arriva al Santuario di LLuc nella catena montuosa della Serra de Tramuntana a Maiorca. Lungo 101,5 km con altri 25 km di percorsi alternativi per un totale di quasi 127 km. È consigliato dividerlo in 5 tappe

Quarto posto, 7 aprile

A 330 metri sopra il livello del mare, in cima al Puig de Maria fuori Pollenca trovate un santuario. Fu edificato nel XIV secolo in onore della Vergine Maria per chiederle protezione contro la peste nera che in quel periodo era arrivata a flagellare l'Europa ed uccidere il 20% della popolazione Maiorchina

Allenamento in salita al Puig de Santa Magdalena fuori Inca. Avevo fatto un altro personale e scrivevo di aver bisogno di riposo

Sesto posto, 18 marzo

Questa è la parte finale della strada di 17 km che porta al Faro di Formentor. Una strada bellissima che se percorsa in bicicletta farà dimenticare la stanchezza!

Settimo posto, 26 marzo

La ginestra in fiore fotografata durante una delle nostre camminate

Ottavo posto, 15 aprile

Siamo al santuario in cima al Puig de Maria fuori Pollenca. Costruito a partire dal 1348 negli anni è stato uno dei principali monasteri maiorchini ed un collegio per le figlie della nobiltà

Nono posto, 17 marzo

80 km e 800 metri di dislivello per arrivare e tornare da Cap de Formentor. Giorno ventoso ma la bellissima strada mi aveva fatto dimenticare la fatica

Decimo posto, 3 aprile

Salendo o scendendo dal Puig de Maria ci si può regalare una sosta all'ombra nelle giornate caldissime e godere di una bellissima vista su Pollenca

Undicesimo posto. 3 luglio. Ecco cosa scrivevo:

IT DOESN'T GET EASIER, YOU JUST GET BETTER (hopefully).

83 km sulla bici di triathlon stamattina. Tirava vento e faceva caldo, umidità 73%, ed un unico pensiero costante in testa "che cavolo, questi allenamenti in bici non sono mai facili!"

Qui in foto eccomi dopo 53 km durante uno stop nel paese di Petra per rifornimento di acqua. 30 km dopo ero di nuovo a casa e avevo dimenticato la fatica e le sensazioni negative...per fortuna

ED ORA CI SIAMO VERAMENTE, PRONTI PER IL NUOVO ANNO, POCHE ORE RIMASTE! BUON FINE DI 2021 AMICI MIEI! CI LEGGIAMO DOMANI PER IL SOLITO AUGURIO :-)

Il 26 dicembre siamo andati a fare una passeggiata a Levico Terme. In un altro Natale influenzato dal Covid passeggiare in un paese era il massimo che si poteva fare dal momento che non tutti erano disposti ad andare a sciare o a correre o a camminare in montagna :-).

Il Covid divide perché mentre molti sono disposti a rischiare pur di incontrare gente e visitare posti affollati io sono quella, che mi sembra essere una minoranza di persone, che dice no, no non ci vediamo, no non andiamo, no non facciamo se in posti con gente e se non è strettamente necessario, perché l'unica cosa che mi interessa è non prendere questo maledetto virus e se mai lo dovessi prendere almeno saprò che ho fatto il possibile per evitarlo.

Comunque sia, iniziamo il giro di Santo Stefano al mercatino di Natale nel Parco Asburgico dove ho fatto un'unica foto, questa sotto, e l'ho fatta perché c'era la bicicletta viola :-) di Lavanda del Lago. 

Probabilmente se lo avessimo visitato di sera sarebbe stato più suggestivo perché, proprio come era successo a Trento, l'unica cosa che volevo era andarmene il piu presto possibile lontano da tutti...e pensare che in Svezia partecipavo come venditrice delle mie creazioni ai mercatini di Natale :-).

Lasciamo il mercatino e ci dirigiamo verso via Dante Alighieri, guardiamo un po' di vetrine, ci fermiamo per una foto davanti il presepe in legno 

e proseguiamo per trovare qualcosa da mangiare all'aperto. Ci fermiamo al bar/ristorente Treff Wine and Food e riceviamo un servizio pessimo ed altrettanti panini. Il mio panino è stato fatto con pane vecchio, due cm e mezzo di pane un mm di qualcosa ed altri due cm e mezzo di pane, dopo aver aspettato più di 20 minuti (congelati) ed essere entrata per chiedere per ben due volte se ci fosse qualche problema perché i panini non arrivavano (mi hanno risposto che li stavano riscaldando!!) ho mangiato e abbiamo pagato! un ammasso di pane secco e per di più freddo, vabbé.

Proseguiamo la camminata e alla fine arriviamo fino al lago di Levico dove, come l'estate passata, programmiamo per l'estate che verrà fresche nuotate con la muta. Se avessi avuto la muta con me avrei fatto un tuffo nel lago anche questo 26 dicembre :-).

Ed eccoci arrivati al giorno di Natale!

Appena trasferiti una delle nostre "preoccupazioni" è stata dove trovare un albero di Natale :-). I negozi si riempivano di alberi di Natale di plastica ma noi ne volevamo uno vero.

Eravamo talmente fuori e lontani dalla realtà italiana, ma ancora ricordando quella svedese, che lo cercavamo nelle piazze dei vari paesi e ci domandavamo dove in alternativa si poteva andare a tagliarne uno, così come si faceva in Svezia. Non ottenendo risultati avevo anche chiesto in un mio post su Instagram, "ma dove si compra un albero di Natale vero?" e ad avevo ottenuto una risposta, "si compra nei vivai". Ed io (noi) che non si avevamo pensato!!

All'inizio di dicembre siamo andati all'Azienda Agricola Cappello Monica a Borgo Valsugana e fatto nostro un bell'abete bianco :-)!

Ed eccolo qui sotto!!

Natale 2001, sì proprio quello! 20 anni fa, il giorno di Natale, lasciavamo l'Italia per io trasferimi ed il mio bello tornare in Svezia. Partivamo allora come abbiamo fatto già altre due volte poi con la macchina carica fino a scoppiare, ed anche allora avevamo con noi le bici, quattro, trasportate sul tetto di quella che anche allora era una volvo e che anche allora era bianca :-). Ve lo avevo raccontato in questo post.

Dopo 19 anni e 10 mesi siamo tornati a vivere in Italia e dopo 20 anni festeggiamo il Natale a casa nostra in Valsugana, in Italia.

BUON NATALE AMICI MIEI, CHE LA VITA È UNA MERAVIGLIOSA AVVENTURA!

I nostri alberi di Natale di Maiorca li potete vedere qui quello del 2019 e qui quello del 2018 :-), il 2020 sappiamo tutti come è andato con il covid e così per quell'anno niente albero

Ieri, "grazie" al mal di schiena, ho fatto una bella camminata sulla neve e sono arrivata a Forte Campo Luserna, una fortificazione militare situata a 1549 m sopra la Piana di Vezzena.

Se volete leggere di più su questi luoghi cliccate sulle parole sopra in giallo

Sono partita dal parcheggio del centro fondo di Millegrobbe e aiutata dai bastoncini :-) ho preso la traccia sulla neve. In realtà non avevo nessuna idea di dove stessi andando, volevo solo camminare mentre il mio bello sciava. Ma poi arrivata ad un cartello con le indicazioni decido di cercare di dare un senso alla camminata e prendo la traccia verso il forte.

La strada va in salita, la traccia è comoda, a volte ghiacciata ma non ho sentito bisogno dei chiodi (che peraltro non avevo con me) e non difficile da percorrrere soprattutto se appunto aiutata dai bastoncini. Dopo mezz'ora ero su.

Un posto suggestivo soprattutto se si pensa al perché questo forte fu costruito e a tutti gli eventi ad esso collegati. Come potete vedere nella foto in cima al forte c'è una figura, un soldato, credo in ferro. Queste figure si trovano anche in bosco/sulla strada per il forte e in un primo momento, sembrando vere, mi ero "spaventata" poi ho capito e sono andata su tranquilla :-).

C'è anche la figura di Bertha, la vedete nella foto qui sotto, la prima vittima civile. Come riporta la targa sul petto stava pregando in chiesa e la guerra era appena cominciata da alcune ore, fu ferita e dopo pochi giorni morì nell'ospedale di Trento.

Insomma, se non avessi avuto mal di schiena avrei sciato e mi sarei persa la camminata fino a questo posto storico...non tutto il male vien per...vabbé lo sapete...però oggi ho dolore e speriamo passi presto :-).

Allora ragazzi, io non ho mai, dico mai mai mai sofferto di mal di schiena per cui per me questa situazione è completamente nuova.

L'altro ieri verso le 13.30 mi prende un dolore improvviso tremendo alla parte bassa destra della schiena. Non so neanche esattamente come sia successo. Avevo fermato l'aspirapolvere e guardavo, con le mani poggiate sui fianchi, il pavimento con tutte le scatole e le cose che ancora dovevo mettere a posto dopo il trasloco. Sì abbiamo ancora una stanza che è un caos, dove ho ammucchiato tutto quello che ancora devo sistemare. Guardavo le cose sul pavimento, faccio un passo e ZAC! Un dolore tremendo! Mai successo prima! Cerco di fare un movimento ma il dolore aumenta, qualunque piccolo movimento peggiora la situazione. Rimango lì in piedi ferma in attesa di non so che cosa, ferma come un albero cercando di respirare e non entrare nel panico, "ma che cacchio è mo' questa?" mi domandavo.

Voglio dire, io di dolori e sopportazione dei dolori sono un'esperta. Io sono una di quelle persone che vive con dolori più o meno continui, tutti i giorni. Da quanto ho capito siamo una categoria "speciale" di persone, ho sempre pensato di avere la soglia del dolore alta, per la mia capacità di sopportarlo, ma ho ora capito che per le persone come me la soglia del dolore è bassa, percepiamo dolori e fastidi che altre persone non percepiscono. Non ne faccio una tragedia anche se a volte non è per niente piacevole. Per lungo tempo mi sono chiesta se è possibile che tutte le persone sentano i dolori che sento io e ho la conferma che così non è. Il mio bello ha molto di rado dolori e molte altre persone che conosco e a cui ho chiesto hanno confermato lo stesso, che non hanno dolori ogni giorno. 

Se uno non vuole diventare matto è importante imparare a gestirli, a non concentrarsi su di essi e a distinguere i dolori seri e quelli non seri, sapere quando rivolgersi al medico e quando no, perché se io dovessi andare dal medico ogni volta che ho un dolore allora passerei tutti i giorni lì e sicuramente dopo un po' di tempo mi chiuderebbero anche in un manicomio :-).

Comunque sia, torniamo alla schiena. Dopo probabilmente alcuni secondi che a me sono sembrate ore sono riuscita a muovermi, con dolore ma a muovermi. Alle 14.30 avevo appuntamento all'anagrafe comunale e non volevo certo perdere l'appuntamento. Mi sdraio sul tappeto, poggio le gambe a 90 gradi su una sedia, cerco di rilassare i muscoli con la respirazione, che ho imparato a controllare nei momenti di dolore acuto e mi dico, come mi sono detta migliaia di volte nella mia vita, "non sarà niente di preoccupante".

Cammino fino agli uffici del comune per l'appuntamento, risolvo la pratica e nel pomeriggio salgo anche sui rulli e faccio 74 minuti di bicicletta. Con gli anni ho imparato che il movimento fa bene, sempre, se fatto in modo controllato e rispettoso dei dolori del momento. Non c'è motivo di restare fermi solo per un po' di dolore. E così io dolori o no mi muovo nei limiti del possibile.

Però la sera il dolore aumenta e si sposta anche sul davanti, al basso ventre e qualcosa mi diceva che sarebbe stata una notte lunga e dolorosa. Come infatti è stata.

Mi sveglio, ieri, dolorante. Mi girava, non la testa ma l'umore :-), eccome se mi girava, soprattutto perché oggi saremmo dovuti andare a sciare di fondo. L'avevamo fatto già domenica scorsa e mi era piaciuto un sacco, non vedevo l'ora di rifarlo :-). Ma con la schiena così non era possibile.

Oggi, dopo pranzo partiamo comunque alla volta di Malga Millegrobbe, dove ci sono le piste per il fondo. Il mio bello avrebbe sciato ed io se ce la facevo camminato. Ci vogliono circa 35 minuti in macchina. Mi siedo, accendo il riscaldamento dei sedili e partiamo. Arriviamo a destinazione, scendo dalla macchina e indovinate cosa? Il dolore era diminuito tantissimo, 35 minuti con il calore sotto il culo :-) e sulla schiena avevano fatto una specie di miracolo. Cammino sulla neve per più di un'ora con un dolore sopportabile, pensando che al ritorno avrei goduto di altri 35 minuti e poco più di calore sulla parte dolente :-).

Che sia un colpo della strega non ne sono sicura dal momento che non è centrale e che, da quanto ho letto, dovrebbe essere un dolore così forte da non permettere movimenti. Ma di certo è un dolore a momenti invalidante che alla schiena non avevo mai sentito. Un nuovo dolore, uno dei tanti, vediamo se è qui per rimanere o se è solo in visita per qualche tempo...come spero che sia. Intanto resisto che non credo ci sia altra scelta per me :-).

(Le foto di questo post sono di domenica scorsa 12 dicembre 2021 quando, come vi ho raccontato, felice ho fatto sci di fondo a Millegrobbe)

Ed eccomi qui con una ricetta :-).

Ho preparato questa vellutata in pochi minuti sulla cucina a legna che alcuni mi hanno detto chiamarsi "cucina economica". Su questa cucina non riesco a controllare la "potenza" del calore e così quando metto su qualcosa cuoce come se non ci fosse un domani, a tutta birra, insomma incontrollatamente e per questo io devo stare lì, seduta sulla mia sediolina affianco alla cucina ed è certo che mentre cucino non soffro sicuramente il freddo :-)

Mi è piaciuta da morire e già lo rifatta una volta. Il mio bello l'ha amata un po'meno, forse per niente, boh?! Appena assaggiata mi ha chiesto, "ma che l'hai fatta con il sapone?" che certo un complimento non è.  Forse perché risulta un po' dolciastra, chissà.

Quindi ragazzi non so, è una questione di gusti.

Ecco gli ingredienti:

Mettete a cuocere le zucchine fatte a pezzettini in ca 2 dl di acqua ed un poco di sale

Una volta cotte fino ad essere morbide aggiungete il basilico, il parmigiano grattugiato ed il burro

Usate un mixer (io ho quello ad immersione) per frullare il tutto fino ad ottenere una crema

Servite la vellutata in un piatto fondo con dei tocchettini di pane o sopra una fetta di pane tostato

Eccola pronta! Ed io ogni tanto continuerò a prepararla, magari prima o poi piacerà anche al mio bello e se così non sarà me la mangierò tutta io :-).

Quando divenne chiaro che ci saremmo trasferiti ci eravamo detti, "parliamo la lingua, le questioni burocratiche saranno più facili da risolvere", sì vabbé, che illusi!

Oggi finalmente abbiamo consegnato in comune le nostre due richieste di residenza. Avevamo iniziato "a lavorare" ad esse già in agosto, quando era chiaro che saremmo andati ad abitare in Valsugana. Eravamo passati all'anagrafe del comune, spiegato la nostra situazione e chiesto come avremmo dovuto fare e che documenti avremmo dovuto presentare.

Abbiamo avuto un lungo scambio di mail con l'addetta, gentilissima, del comune e fatto passi avanti anche se arrivato il momento del trasferimento non tutto era ancora chiaro.

La mia situazione era la più semplice essendo io anche italiana e regolarmente iscritta all'A.I.R.E. L'unico dubbio esistente era il fatto che io non avessi documenti italiani validi, ma una volta controllata la situazione si era capito che bastava consegnare la copia del passaporto italiano scaduto e quella del passaporto svedese valido e dichiarare in che comune dell'A.I.R.E. fossi iscritta.

La situazione del mio bello era differente. In principio riferendoci alla legge Cirinnà avevamo pensato che la nostra convivenza di fatto da ben 21 anni desse il diritto al mio bello di risiedere in Italia esattamente come posso farlo io. Ma dopo varie "ricerche" nostre e del comune si era arrivati alla conclusione che così non è. Per poter ottenere la residenza il mio bello avrebbe dovuto stipulare una assicurazione sanitaria (un'altra :-> ne abbiamo già una spagnola) e fare una dichiarazione di aver i mezzi economici necessari per vivere in Italia senza diventare un onere per lo stato italiano.

La cosa più complicata è stata trovare l'assicurazione giusta per far sì che la richiesta di residenza venisse accettata. Risolta la questione all'inizio di questa settimana abbiamo potuto oggi consegnare le nostre domande, rigorosamente insieme per non interrompere la convivenza di fatto. E fino a qui tutto più o meno bene.

L'addetta del comune ci ha confermato che da oggi siamo residenti e che il comune ha 45 giorni per controllare la nostra situazione ed eventualmente non concedere la residenza se dovessero scoprire che non viviamo qui, ma noi viviamo qui :->. Prima di lasciare il comune ho domandato se avessimo potuto avere due documenti attestanti la nostra residenza, e qui arriva il bello, non il mio, ma il bello della situazione :->. Ci viene risposto "non rilasciamo nessun documento, in Italia vale l'autocertificazione e in caso di bisogno potete autocertificare la vostra residenza". Bene, mi sembrava una cosa semplice e comoda.

Torniamo a casa e telefono alla "Comunità di Valle" per informarli che da non residenti siamo diventati residenti e regolarizzare la nostra posizione nei confronti della raccolta rifiuti (di cui un giorno vi parlerò), mi viene risposto che devo portare un documento che attesti la mia residenza. Rispondo "di avvalermi" della autocertificazione e mi rispondono che non accettano l'autocertificazione. ??

Telefono all'anagrafe sanitaria per prendere appuntamento per fare la tessera sanitaria, tra i vari documenti mi viene detto di portare un documento che attesti la mia residenza. Rispondo di voler usare l'autocertificazione. Mi dicono che con l'autocertificazione non funziona. ??

Telefono alla motorizzazione per avere informazioni su come fare per immatricolare la macchina. Tra i vari documenti ne devo portare uno che attesti la mia residenza. Una volta ancora faccio riferimento all'autocertificazione. Ma anche qui sembra non funzionare. ??

Insomma, potrò anche conoscere l'italiano ma non mi sembra che questo renda la burocrazia meno complicata.

Ma 'sta autocertificazione esiste o meno? Funziona o meno?

(Le foto del post sono della nevicata di ieri :-) ne è caduta veramente tanta. La prima nevicata in paese da quando ci siamo trasferiti, bello! L'albero della prima foto è l'albero di Natale del paese.)

AGGIORNAMENTO del 10 dicembre: ho mandato una mail al comune spiegando la situazione che ho riscontrato con l'uso dell'autocertificazione e mi hanno mandato un certificato che attesta la mia richiesta di residenza :-).

Ve lo devo confessare! Il trasferimento in Valsugana ha scombussolato il mio cuore ed è nato un nuovo amore :-). La stufa/cucina a legna :-). Io che odio cucinare.

La vedete qui sopra, alla destra dei fornelli e del forno, gli uni a gas e l'altro elettrico credo, ma ancora non l'ho utilizzato :-).

L'accendiamo ogni sera per riscaldare ed io ne approfitto per preparare zuppe, creme, minestre "a costo zero". La parte destra della stufa/cucina, lì dove si intravede una "porta" un po' più grande, è il forno. Questo sì che l'ho già usato :-). Ci abbiamo fatto già più volte le castagne e poi le verdure al forno. Non l'ho ancora testato per i dolci ma non credo che passerà molto tempo prima che lo faccia.

Devo essere sincera, cucinare sulla cucina a legna ha un altro gusto, quasi mi piace, anzi sì! Ci provo gusto. Ho appena finito di preparare una crema di zucchine e ho su in cottura la zuppa di orzo per il pranzo di domani.

Che bello averla trovata in casa :-).

L'altro ieri dopo il viaggio massacrante ci siamo riposati ma ieri visto il promettente bel pomeriggio di sole non siamo potuti restare in casa e ci siamo avviati verso la montagna per una camminata.

Stiamo naturalmente scoprendo nuovi posti e non sappiamo mai cosa aspettarci, né per quanto riguarda la strada per arrivare a questi posti (che non siamo abituati a guidare in stradine di montagna), né per quanto riguarda i sentieri da percorrere in questo periodo dove è facile trovare la neve.

Siamo partiti dalla Località Suerta e trovandosi questa già a 1450 m di altitudine è stato normale che in questo periodo ci abbia accolto la neve :-).

Abbiamo preso il sentiero 312 che ci avrebbe dovuto portare in un'ora e mezza (secondo il cartello) a Malga Sette Selle a 1906 m. Naturalmente avevo capito da subito, vedendo il nostro procedere lento sulla neve, che in un'ora e mezza non ci saremmo mai arrivati e che essendo partiti quasi alle 14 il tentativo di raggiungerla era già fallito in partenza dal momento che nessuno dei due aveva intenzione di camminare in montagna con il buio.

Fa freddo ma non lo sentiamo molto, iniziamo a salire ed iniziamo ad affondare nella neve sempre più. Continuiamo con una sola coppia di bastoni, un bastone per me ed uno per il mio bello e non ci sembra di trovare difficoltà grandi.

Mi piace il paesaggio, mi piace la camminata ma dopo circa un'ora di cammino, arrivati a 1675 m, abbiamo iniziato a trovare le prime difficoltà dal momento che alcuni avvallamentini che dovevamo attraversare erano ripidi e ghiacciati e noi senza ramponi e con un solo bastone ciascuno non avevamo buona presa sul "terreno".

Ci fermiamo allora per un sorso di te caldo e decidiamo di riscendere per la stessa "strada" fatta a salire. Soddisfatti per la nostra prima camminata sulla neve e consapevoli che se non compriamo l'attrezzatura adatta le prossime camminate dovranno essere a quote più basse :-).

(Ps. Le muffole infeltrite che indossa il mio bello, le vedete bene nella foto qui sopra, le ho fatte io :-) nel lontano 2017 quando ancora vivevo in Svezia. Sono caldissime e non lasciano passare il vento :-), qui il post dove ve le mostravo)

Siamo partiti in macchina domenica 28 novembre alle 5:18 della mattina, l'obiettivo era di imbarcarci da Barcellona con la nave delle 21:45. 1200 km e un po' di più da percorrere tutto d'un fiato con solo le soste necessarie per benzina, cambio alla guida ed un caffé per il mio bello ed un cappuccino per me.

È andata bene e poco dopo le 18 eravamo al porto di Barcellona. Risolviamo le pratiche per l'imbarco, mettiamo la macchina in fila, la chiudiamo e ci avviamo verso il supermercato per comprare qualcosa da mangiare durante la notte. Tirava un vento tremendo e la traversata non prometteva bene.

Causa mare mosso attracchiamo con un'ora di ritardo, alle 4:30 del mattino sbarchiamo e ci avviamo verso una casa che sapevamo sarebbe stata gelata dopo la nostra assenza di vari giorni. Accendiamo le bombe di calore e ci infiliamo sotto le coperte per un po' di ore di sonno.

Ci aspettavano due giorni intensi di trasloco con la preparazione di scatoloni, scatole e buste per portare le cose che ancore erano rimaste lì. Lunedi sera portiamo la macchina sotto casa e iniziamo a caricarla, evitiamo l'errore fatto un mese fa quando caricammo la macchina la stessa mattina della partenza ed improvvisamente scoprimmo che non tutti gli scatoloni entravano e fummo costretti a lasciare un bel po' di cose senza sapere che cose fossero.

Ed invece questa volta, lunedi sera, vediamo che ancora era rimasto un bel po' di spazio e martedi iniziamo ad impacchettare ed inscatolare di più. La sera di martedi finiamo di caricare quello che avevamo impacchettato e ci accorgiamo della presenza di ancora piccoli spazi dove mettere buste e bustine :-) e così imbustiamo ancore più cose :-).

Ed arriviamo a l'altro ieri, mercoledi 1 dicembre, il giorno della partenza per il ritorno in Valsugana, stessa procedura di un mese fa. Arriviamo al porto di Alcudia in buon anticipo, prima delle 11.30. La nave dovrebbe salpare alle 13 ma dal momento che siamo pochi si riesce a partire in anticipo ed anche ad arrivare a Barcellona in anticipo.

Sbarchiamo e iniziamo il nostro viaggio verso la Valsugana. Tutto d'un fiato con solo le soste necessarie per benzina, cambio alla guida ed un caffé per il mio bello ed un cappuccino per me :-).

Prima delle otto del mattino eravamo a casa. Inutile dirvi che eravamo stanchi ma felici. Scarichiamo direttamente la macchina, facciamo colazione e poi via sotto le coperte per una bella dormita.

(le foto sono del viaggio di ritorno 1. Mallorca dalla nave 2. Cap de Formentor dalla nave 3. Barcellona dalla nave)

Oggi siamo finalmente usciti per una camminata in montagna e abbiamo deciso di raggiungere l'Eremo di San Lorenzo.

La giornata in realtà era cominciata con pioggia, ma dopo un po' di danza del sole da parte nostra :-) questo è finalmente uscito e noi dopo essere stati al centro raccolta rifiuti per lasciare una mareeea di scatoloni nei quali ci erano stati consegnati i vari mobili di casa ci siamo finalmente avviati verso la partenza della nostra escursione.

Con la macchina siamo arrivati in Val di Sella fino al Ristorante Casina al Legno dove si trova un comodo (almeno per questo periodo, 16 posti macchina) parcheggio e lì abbiamo lasciato Bianchina (la macchina) e proseguito a piedi per il sentiero SAT 210. Le indicazioni sul cartello erano di 1 ora e 30 minuti di camminata.

Il percorso inizia su una comoda strada forestale per poi proseguire su un sentiero più stretto ma anch'esso facilmente percorribile.

Salendo (e poi scendendo) abbiamo potuto godere tutto il tempo della vista sulle cime innevate.

Dopo circa un'ora eravamo arrivati all'Eremo che si trova a 1185 m sul Monte Armentera (qui potete leggere alcune informazioni sull'eremo). Una breve sosta, un sorso di te caldo, una foto (quella che vi ho mostrato all'inizio del post) e via verso la strada del ritorno.

Ed ecco che per evitare di tornare a ritroso sullo stesso sentiero decidiamo invece di fare un giro ad anello e ci buttiamo giù per un avvallamento senza sentiero...

...con varie scivolate e sederate (da parte mia) per fortuna su un manto di foglie che attutiva tutte le cadute :-) e così facendo riusciamo alla fine a raggiungere un altro sentiero e tornare sani e salvi alla macchina finendo una bellissima camminata.

Qui sotto il nostro giro e i dati secondo il mio Garmin/Strava

Lunghezza totale del giro: circa 6,8 km

Dislivello: circa 442 m

Tempo di camminata (in movimento): 1 ora e 49 minuti

Oggi siamo stati a Trento. Avevamo delle commissioni da fare e dopo esserci un po' persi seguendo il gps e contemporaneamente cercando di trovare un parcheggio siamo approdati all'entrata di un parcheggio sotterraneo. Ne abbiamo approfittato per lasciare finalmente la macchina e continuare a piedi.

Saliamo le scale che da sotto terra ci portavano alla città ed indovinate cosa? Ci siamo trovati direttamente nella piazza del mercatino di Natale, o forse dovrei scrivere in una delle piazze dei mercatini, perché da quanto ho capito ci sono più mercatini sparsi per la città.

Visitare il mercatino non era nei nostri piani quando questa mattina ci eravamo avviati dalla bassa Valsugana verso Trento, ma dal momento che ci eravamo capitati così senza volerlo abbiamo deciso di dare un'occhiata.

Però non ero dell'umore, non c'era l'atmosfera, ora vi spiego.

Da quasi un mese, cioè da quando ci siamo trasferiti non facciamo altro che girare come trottole per cercare, ordinare, comprare cose che servono, cose indispensabili e poi risolvere e decidere su questioni differenti più o meno importanti. Io sono un po', anzi un bel po' stanca, mentalmente, e l'idea di visitare un mercatino, dove uno va di solito per comprare proprio non ne avevo voglia.

Però eravamo lì e siamo entrati dopo però aver fatto la fila per il braccialetto :-).

In tempo covid a Trento si sono organizzati in questo modo. Per entrare mostri il Green Pass e se tutto è a posto ti mettono un braccialetto (naturalemnte gratuito) che ti permette di entrare ed uscire nei mercatini di Natale di Trento per una giornata intera. Se torni il giorno dopo devi prendere un altro braccialetto.

Noi abbiamo visitato solo quello di queste (poche) foto che si trova in Piazza Fiera.

Sole, poca gente ed il mio (mal)umore verso una (altra) giornata di shopping ha fatto sì che non sentissi l'atmosfera natalizia.

E così chissá se ci tornerò per visitarlo con altri occhi, sicuramente però voglio visitare quello di Levico Terme nel Parco degli Asburgo, devo solo decidere il giorno ed essere dell'umore giusto :-).

Lunedì appena passato, 8 novembre, siamo tornati di nuovo a Maiorca.

Siamo andati in macchina fino all'aeroporto di Treviso, lì preso l'aereo per Palma, l'autobus che portava in città e poi il treno fino a casa. Abbiamo perso il treno per un secondo, sì proprio per un piccolo, corto secondo. Correndo siamo arrivati al binario, spinto il bottone per aprire le porte del treno e niente...il treno si è mosso lasciandoci a terra. Abbiamo aspettato un'ora per il prossimo. A parte questo piccolo inciampo il resto (il prima ed il dopo) è andato bene.

Tirava vento ed era nuvoloso, faceva freschetto, un fresco che ci ha sorpreso e le pozzanghere in terra testimoniavano una pioggia passata. Non avevo controllato il meteo, in fondo venivamo a Maiorca per risolvere questioni e non per vacanza anche se qualche giro in bici in realtà ci avrebbe fatto piacere farlo. Poche ore di tregua ed è cominciata di nuovo la pioggia, quella che aveva creato le pozzanghere già da giorni, come poi amici ci hanno raccontato.

Maiorca era stata attraversata dalla burrasca Blas che non sembrava voler abbandonare l'isola. Siamo a Maiorca da lunedì e non ha fatto altro che piovere fino a venerdi sera! Poi sabato mattina il tempo ci ha regalato un bel sole e la settimana in qualche modo si è salvata :-).

Domani mattina torniamo a casa, in Valsugana. Portiamo con noi due zaini da 10 kg ciascuno, 2 valigie da 20 kg ciascuna e due biciclette (ne rimangono da trasportare altre cinque). Un po' alla volta riusciremo a portare a termine anche questo trasloco :-).

Ecco una cosa a cui non avevamo pensato!

Dopo tre anni e mezzo a Maiorca era completamente dimenticata, cambiare gli pneumatici della macchina prima dell'arrivo dell'inverno! E pensare che l'ho fatto per 16 anni in Svezia!

Eravamo lì con il vecchio proprietario di casa ed esce il discorso, entro il 15 novembre si dovevano mettere su le ruote invernali o in alternativa circolare con le catene da neve in macchina. Pochi giorni rimasti per decidere cosa fare, anche perché l'8 novembre dovevamo ripartire per Maiorca e stare via una settimana, tornare proprio il 15 (sì, in questo momento siamo a Maiorca :-), e non fa altro che piovere :-( vabbé).

Avevamo delle belle ruote invernali in Svezia, che abbiamo venduto una volta partiti da lì, ve lo avevo raccontato qui, nel mio blog svedese. O per meglio dire, le avevamo lasciate ad un amico che poi è riuscito a venderle.

La fortuna vuole che non lontano dalla nostra casa in Valsugana ci sia un gommista e così martedi 2 novembre siamo andati lì, abbiamo ordinato le gomme, che per fortuna sono arrivate in tempo, e venerdi 5 novembre siamo tornati per farle montare. Tutto è andato liscio come l'olio e abbiamo già fatto i primi giri con la macchina equipaggiata per l'inverno, vedi il giro in Val Campelle di cui vi ho già scritto :-). Insomma, pronti per nuove avventure!

Durante i primi 10 giorni di vita in Valsugana siamo riusciti a fare ben due giri/escursioni.

Una di queste è stata in Val Campelle, una valle finora a me sconosciuta ma che aveva attirato la nostra attenzione per la grande offerta di attività sia estive che invernali con la possibilità di praticare sci di fondo e camminate con le ciaspole.

Si trova a pochi chilometri da casa e l'abbiamo visitata sabato 6 novembre dopo pranzo. È stato semplicemente un giro in macchina dovuto al fatto che io, dopo solo quattro giorni in Italia, mi sono presa un "bel" mal di gola con conseguente raffreddore ed andare in giro per i monti in quelle condizioni non era la cosa migliore da fare.

Partendo dalla Valsugana si arriva al paesino di Scurelle e da lì si prende la direzione per la valle. Risalendo la valle lungo una strada asfaltata e comoda anche se a volte stretta, come facilmente accade nelle strade di montagna (vedremo come si potrà percorrere in inverno con la neve), siamo arrivati al Rifugio Carlettini a 1368 m slm e lì parcheggiata la macchina ci siamo guardati un po' intorno.

Sentieri, montagne, cime innevate, pascoli e una cappella, quella di Santa Maria Ausiliatrice.

Abbiamo visto che le scelte per fare camminate diverse sono tante e sinceramente speriamo di poterne fare qualcuna, vabbé non esageriamo almeno una prima, dell'arrivo dell'inverno...

...intanto abbiamo comprato delle scarpe da trekking un po' più alte sulla caviglia che dovrebbero permetterci di camminare anche con un po' di neve sul sentiero.

Vi farò sapere :-).